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martedì 14 luglio 2015

Froome trionfa in maglia gialla a La Pierre Saint Martin, cede Quintana, cede di più Contador, crolla Nibali, che perde altri 4'26"

Tour de France 2015, decima tappa nel giorno della festa nazionale francese da Tarbes a La Pierre Saint Martin, Pirenei. Lunga fuga di Fedrigo, ancora in vantaggio ai piedi del Col de Soudet, salita di dodici chilometri e mezzo che diventa il teatro di uno spettacolare, quanto annunciato, attacco di Froome. La maglia gialla fa presto il vuoto e non c'è avversario che sappia tenergli testa. Nemmeno quel grandissimo scalatore che è Quintana. Fatica Van Garderen, fatica di più Contador, crolla, e pure questo crollo era nell'aria, Nibali, che deve definitivamente abdicare ad ogni sogno di gloria: in classifica generale il campione uscente è a quasi sette minuti dal britannico. La cadence de pedalage di Froome, per tornare a lui, è quella del 2013, intensissima ed impressionante. Questo successo, voluto con estrema determinazione, per le sue dimensioni, avrà l'effetto di tramortire la concorrenza. Froome ha già vinto il Tour o, quanto meno, soltanto Froome, a questo punto, può perderlo. Anche perché la sua squadra, il team Sky, è fortissima. Dietro Froome, battendo Quintana in volata, arriva, infatti, il compagno di squadra della maglia gialla, Richie Porte

7 commenti:

  1. Li ha distrutti tutti, io non ricordo in tempi recenti (ma anche andando indietro di anni) distacchi del genere rifilati con un attacco sull'ultima salita, nemmeno l'Armstrong dopato come un cavallo dava distacchi del genere in un colpo solo, oltretutto qui c'è il meglio del ciclismo mondiale.

    Un appunto positivo comunque lo vorrei fare su Gallopin che ha fatto una gran tappa contando che non è uno scalatore puro e che è rimasto praticamente l'unico francese in classifica contando che Rolland che era lì con lui pagava già una dozzina di minuti e gli altri sono più o meno tutti naufragati.

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    1. Concordo: l'azione di Froome è stata sensazionale, una dimostrazione di superiorità così netta da lasciare perplessi. In Francia riprenderanno, è inevitabile, le polemiche sulla frequenza di pedalata di Froome.

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    2. A me a volte sembra invece un limite quella frequenza assurda, mi da l'idea che giri a vuoto in certi casi e, oltretutto, con tale frequenza è impossibile scattare, deve staccarli per forza per sfinimento, sarei curioso di vedere in caso gli scattasse uno in faccia, oggi quando Thomas e Porte rilanciavano per recuperare Valverde faceva sempre un buchetto che poi tappava in progressione perché non riesce a rilanciare con quell'agilità, trovasse uno che gli scatta in faccia in continuazione penso alla lunga lo metterebbe in difficoltà, il problema è che non c'è quest'anno uno in grado di farlo...

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    3. Uno scatto violento, in astratto, potrebbe farlo Joaquim Rodriguez, che, però, pare aver già perso la condizione. Resta il fatto che Froome, aumentando addirittura la frequenza di pedalata appena le pendenze si addolciscono un poco, è vero che sembra pedalare a vuoto ma è altrettanto vero che così preserva le gambe dagli accumuli di acido lattico, quando i rivali ne sono ingolfati. Quando, poi, arriva a 130 pedalate al minuto o giù di lì, le sue prestazioni sembrano irreali. Poi, vorrei capire di più della polemica nata intorno al Tour del 2013 ieri, considerato che pare che il suo cuore non superasse, al momento di esprimere la maggior potenza, i 160 battiti al minuto. Fossero dati veri questi, sarebbero almeno da spiegare. Gli altri corridori arrivano ad avere almeno 20 battiti in più in coincidenza con il massimo sforzo. Non voglio trarre alcuna conclusione, per adesso, ma Froome, e con lui la sua squadra, che, sia detto per inciso, va troppo forte, qualche giustificazione dovrebbe offrirla.

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    4. Se c'è qualcosa di sporco lo beccano, ormai non c'è più scampo dai controlli, oltretutto abbiamo visto con Paolini che già in pochi giorni si sanno i risultati.

      Per Purito comunque penso sono troppo leggere queste pendenze, al massimo si arriva al 10%, serve il passo più che lo scatto, difatti tutti gli scalatori puri sono andati in difficoltà, penso lo rivedremo a Mende che ci sono 2 km molto duri e poi si concentrerà sulla Vuelta dove ha reso sempre molto più è spesso è risultato il più forte in salita perdendo solo a causa dei salassi subiti a cronometro (mi viene a mente per esempio il 2010 quando prese 6 minuti da Nibali nell'ultima crono).

      L'unico che può scattare su pendenze non eccessive penso sia Contador però lui ha il Giro nelle gambe e non credo sia in grado di fare la differenza, ci sta provi da lontano e forse potrebbe essere seguito pure da Nibali e da Purito (che tiene alla maglia a pois).

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    5. Nibali mi pare confuso. Oggi ha fatto bene sul Tourmalet e ceduto sulla pedalabile ascesa finale, segno di una scorretta distribuzione dello sforzo. L'ansia di riscatto non sempre è una buona consigliera.

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    6. Nibali mi sa è andato di testa più che di gambe, ha detto bene Vinokourov "si è rotto qualcosa nelle sua testa" altrimenti il gruppo non lo metti alla frusta sul Tourmalet.

      Comunque deve correre di più il ragazzo, non si può fare qualche presenza in primavera palesemente fuori condizione e con attacchi scriteriati e puntare poi su un'unica corsa, tutti gli altri che sono al Tour hanno corso per vincere qualcosa già prima, Contador non ne parlaiamo, Froome ha vinto un paio di corse di una settimana, Valverde Freccia, Liegi e altre corse, Purito il Giro dei Paesi Baschi, Quintana la Tirreno, è l'unico lui che non ha vinto niente eppure volendo potrebbe fare bene in tante gare da febbraio ad aprile, adesso spero venga dirottato alla Vuelta, senza pressioni (tanto c'è Landa e credo pure Aru) ma libero di fare la corsa se si sente in grado, anche solo una vittoria in un tappone potrebbe risbloccarlo.

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