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domenica 17 maggio 2015

A San Giorgio del Sannio trionfa Tiralongo

Splendido assolo di Tiralongo, corridore dell'Astana, la squadra di Fabio Aru e, largamente, la più forte e completa presente a questo Giro d'Italia 2015. Aru, nel gruppetto maglia rosa, era il solo con un compagno di squadra, mentre Contador, che resta il grande favorito, e Porte dovevano sbrigarsela da soli. Ieri sembrava in ripresa, ma oggi Rigoberto Uran ha perduto altro terreno in classifica. Domani, primo giorno di riposo. Un'ultima notazione: Tiralongo va per i 38 anni, ma al Giro ci sono anche, tra gli altri, Tosatto e Petacchi, classe 1974. Lo scorso anno, al Tour de France, fu secondo Peraud, classe 1977 come Tiralongo. Negli ultimi anni, si corre e si resta competitivi in età più avanzata che in passato, quando in pochi duravano dopo i 30 anni: Merckx, Hinault ed Indurain, tanto per dire, si ritirarono a 32 anni. Oggi, le quaranta primavere sono diventate ordinarie in gruppo.

9 commenti:

  1. Oggi in telecronaca hanno detto che si era ammalato al Romandia Uran, se fosse vero potrebbe essere un errore grave averlo corso, difatti nessuno dei favoriti lo ha corso perché troppo a ridosso del Giro per rischiare problemi optando per il Trentino che è oltre 20 giorni prima e da garanzie di recupero in caso di problemi.

    Per quanto riguarda la longevità penso sia una normale evoluzione dettata anche dall'allungamento della vita media che negli ultimi decenni è stato molto marcato, specie nei paesi più sviluppati, e che permette anche un'allungamento della fase di maturità fisica in cui ci si riesce ad esprimere al massimo, in futuro penso saranno sempre più gli sportivi ultraquarantenni, anche se dipende comunque anche dalla volontà, molti si ritirano presto perché appagati e non vogliono più fare la vita da atleta.

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  2. Eppure, ad oggi, da quanto mi pare di ricordare, nessuno ha vinto una grande corsa a tappe dopo aver compiuto 35 anni. Bartali vinse il Tour del '48 a 34 anni, come Coppi vinse il Giro del '53 a 34 anni. A 34 anni Moser vinse il Giro del 1984, come a 34 anni Rominger vinse il Giro del 1995.

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    1. La vittoria in una grande corsa a tappe penso sia la cosa più difficile superata una certa età, soprattutto perché calano le capacità di recupero e aumentano le probabilità di avere giornate storte, lo scorso anno si è visto bene con Evans che al Trentino sembrava il più forte, prima settimana ottima e poi si è eclissato, ad agosto di nuovo doppia vittoria nelle due tappe più dure del Tour of Utah poi alla Vuelta è andato a calare, dimostrando che su una settimana era tranquillamente competitivo ma su tre settimane non più.

      Più facile invece poter puntare a singole tappe, brevi corse a tappe e soprattutto corse di un giorno perché lo sforzo necessario è più limitato e poi hai tempo per recuperare, rimanendo su Evans penso avrebbe potuto tranquillamente continuare ed essere competitivo se avesse puntato tutto su brevi corse a tappe e classiche rinunciando alle grandi corse a tappe.

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  3. Anche Zoetemelk vinse il Tour 1980 a 34 anni, ancora da compiere. Insomma, si potrebbe se non concludere almeno ipotizzare che intorno ai 34 anni si situi un limite fisiologico di qualche rilievo se, fino ad oggi, dopo quell'età, nessuno ha conquistato Giro, Tour o Vuelta.

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  4. Escludendo il caso di Horner alla Vuelta 2013: a ripensarci, considerata la sua età e la sua carriera, ancora non me ne faccio una ragione.

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  5. Io invece si: doping, doping e ancora doping. Ed è il motivo per cui non seguo più questo pseudo sport.
    Il fisico umano raggiunge il top attorno ai 24-27 anni. Dopo i 30 anni inizia il declino. L'allenamento, il tenore di vita, la predisposizione naturale possono magari aumentare un pò questa soglia (vedi casi di Zanetti o Nedved nel calcio).Ma di certo nessun uomo a 35 anni può avere prestazioni superiori a quelle che aveva a 25 anni. In alcuni sport poi oltre le doti fisiche vi è anche una importante componente tecnica che può consentire all'atleta di restare competitivo anche quando gli anni aumentano (vedi Federer nel tennis). Ma nel ciclismo non esiste la tecnica, esiste solo il fisico. Un pò come nel nuoto dove infatti sono pochissimi quelli che restano competitivi oltre i 30 anni. Per questo è inspiegabile il fatto che nel ciclismo molti atleti si possano affermare superati i 30 anni. Anzi, la spiegazione a me sembra ovvia e può essere solo una. Mi spiace per gli appassionati, ma io in questo sport non credo più.

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    1. Nel ciclismo, però, i controlli si fanno e tanti corridori, anche i più titolati, sono stati scoperti a barare e puniti. Nel calcio, dubito che ci sia altrettanto rigore.

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    2. Infatti, tutti quelli che baravano sono stati scoperti perché ci sono controlli sempre più ferrei, da anni ormai è obbligatorio far sapere 24h/24 dove sei e cosa fai e gli ispettori della WADA possono venire sempre, giorno, notte, weekend, ferie, ci sono casi pure clamorosi tipo quel corridore a cui sono arrivati gli ispettori perfino al funerale del figlioletto (e non si è potuto rifiutare sennò era squalifica dai due ai quattro anni), e oltre a questo durante le corse i primi in classifica, i primi di tappa, e altri a sorte sono controllati ogni giorno, ormai non c'è modo di scampare, se bari paghi.

      In nessun altro sport esistono controlli così ferrati, qualcosa si fa nell'atletica e nel nuoto ma nemmeno paragonabile ai controlli fatti nel ciclismo, il calcio è proprio intoccabile per tutto il giro di soldi che c'è dietro.

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    3. Concordo. Sono i soldi a fare la differenza. Anche nel tennis, dove di soldi ne girano parecchi, la lotta al doping è piuttosto blanda.

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