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domenica 24 maggio 2015

A Madonna di Campiglio vince Landa. Contador, terzo, tranquillo in rosa

Giro d'Italia 2015, quindicesima tappa, da Marostica a Madonna di Campiglio. L'Astana controlla la tappa. Qualche fuga, come quella di un audace Visconti. Contador resta da solo prima dell'ultima ascesa. E va a prendersi anche due secondi ad un traguardo volante prima che cominci la bagarre. Restano alla fine in quattro: Contador, Landa, Trofimov e Aru. Contropiede di Trofimov. Poi riparte Landa, curioso tipo di gregario, che pensa più a sé che ad Aru, e vince.

14 commenti:

  1. In casa Astana mi sa hanno sbagliato le gerarchie, dovevano puntare fin dall'inizio su Landa, a me ha sempre dato l'idea di averne di più di Aru, poi magari Contador sarebbe sempre primo perché a cronometro è stato nettamente superiore ma fosse stato il capitano penso Landa in salita avrebbe potuto metterlo in difficoltà, cosa che Aru è incapace di fare, anzi è rimasto lì solo per gentile concessione di Contador che non ha voluto forzare.

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    1. Sono d'accordo. E penso che martedì Aru dovrà cedere a Landa i gradi di capitano. Contador, comunque, è in grandi condizioni.

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    2. Il Giro credo l'abbia ipotecato Contador, è da vedere solo se vuol dominare (conoscendolo non mi sorprenderei se martedì tentasse di andar via da solo sul Mortirolo o sabato sul Colle delle Finestre) o amministrare ma per il resto, salvo un qualche incidente imprevisto che potrebbe farglielo perdere non vedo ostacoli davanti a lui, contando poi che Uran e Porte sono definitivamente naufragati, ed esclusi gli Astana nessuno può nemmeno immaginarsi di attaccarlo e metterlo in difficoltà. La vera sfida per dimostrare di essere il più forte sarà al Tour dove il parco partenti non è nemmeno paragonabile a quello del Giro per qualità, visto che quest'anno ci saranno proprio tutti i più forti mentre al Giro sono tutte seconde linee, e il percorso sarà molto più difficile a livello altimetrico oltreché pieno di insidie nella prima settimana.

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    3. Il Tour di quest'anno è una vera incognita. Si vincerà come al solito, alla fine, ma si potrà perdere ogni giorno. Contador avrà dalla sua l'esperienza, ma sul pavé ad esempio dovrà difendersi. In salita, poi, il miglior Contador dovrebbe giocarsela con tutti. Gli anni però sono passati. Credo che in Francia conterà parecchio anche la squadra. Vincerà non solo il più forte ma anche il miglior stratega.

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    4. Sul pavé sulla carta solo da Nibali dovrebbe perdere visto che Valverde lo scorso anno arrivò pochi secondi prima di lui, Quintana questa primavera è naufragato nelle classiche del pavé a cui ha preso parte, Rodriguez che lo scorso anno non c'era nel 2010 arrivò oltre un minuto dietro a lui, i francesi lo scorso anno più o meno arrivarono con lui, potrebbe perdere qualcosa da corridori tipo Kwiatkowski e Martin ma sono seconde linee che puntano alla top 10 non alla vittoria, unica incognita Froome che lo scorso anno si è ritirato prima del pavé e nel 2010 non c'era ma non mi sembra sia portato fisicamente per le pietre.

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    5. Comunque penso che si deciderà molto nella prima settimana perché abbiamo crono al primo giorno, oceano al secondo, mini Freccia Vallone al terzo, mini Roubaix al quarto poi altre tre tappe vicine all'oceano (la tappa di Le Havre in gran parte proprio sulla costa), il Mur di Bretagne e la cronosquadre, chi porta una squadra forte in salita rischia di affondare.

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    6. Dicevo che dovrà difendersi perché comunque non è il suo terreno e, per la verità, neppure è il terreno di un corridore leggero come Nibali, che però guida benissimo la bicicletta e si adatta. Ci vorranno squadre complete, con corridori di fondo e versatili. Sarebbe stato un Tour perfetto per Bugno o, un poco meno, per Jalabert. Prima ancora per Saronni. Oggi, va fatto anche il nome di Valverde, che la prima settimana potrebbe fare la differenza.

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    7. Valverde temo potrebbe essere limitato dall'ammiraglia per non compromettere Quintana perché in tappe tipo quella della mini Freccia Vallone se dovesse attaccare Quintana rischia di staccarsi, lo abbiamo visto alle classiche (ma anche ad Arezzo alla Tirreno e sul muro di Aia ai Paesi Baschi dove ha preso più di un minuto) quest'anno che i muri gli vanno di traverso e non credo che rischino se puntano su di lui, ricordo lo scorso anno alla Vuelta gli fecero perdere la maglia di leader a Valverde per aiutare Quintana che poi cadde e si ritirò il giorno dopo e rimasero doppiamente fregati.

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  2. Devono valutare con attenzione, perché non mi pare un Tour adatto a Quintana nei primi dieci giorni, che però potrebbero risultare decisivi. Rinunciare all'alternativa Valverde sarebbe un errore.

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    1. Se Valverde viene frenato chi ne potrebbe guadagnare di più (pavé a parte) è Purito, Contador non mi pare un uomo da classiche, Nibali ha il pavé dalla sua ma sui muri perde da Purito, i francesi non mi paiono buoni da nessuna parte e possono pure essere attaccati con il vento, comunque spero che per i primi 8 giorni si inseriscano nella lotta per la classifica anche gente come Sagan, Cancellara, van Avermaet, per rendere più interessante la corsa.

      Oggi comunque sono finalmente riuscito a vedere le altimetrie complete che Suhl sito del Tour Anchorage non so Sohn Detonationen di caricare, veramente pianeggiante c'è solo la crono iniziale e la seconda tappa, per il resto quando va bene è la classica pianura francese che è un saliscendi continuo, un po' deludente la mini Freccia Vallone (duro solo il finale), assurda la tappa di Le Havre dove ci saranno una dozzina di strappi nonostante sia quasi sulla costa e anche gli ultimi 500 metri sono su uno strappo, alla fine è più a classica quella della terza; una nota storta la cittadella di Namur inserita dopo 50 km nella tappa del pavé, quello è uno strappo da mettere come arrivo perché è spettacolare, sia per pendenze che per location. Veramente dure poi la seconda e terza settimana, sui Pirenei tre arrivi in salita su tre, in mezzo un paio di tappe sul Massiccio Centrale con quella di Mende ricca di salite brevi e dure e tutta l'ultima settimana sulle Alpi con 4 arrivi in salita e un paio di tappe brevi ma veramente dure (alla penultima 110 km con Telegraphe, Galibier e Alpe d'Huez in serie), in confronto il Giro sembra più facile di quanto già lo è, e si avvicina ad alcune delle edizioni più dure del Giro (inarrivabili però le edizioni della Vuelta, e di recente se ne sono viste, che sono arrivate a mettere anche più di 10 arrivi in salita, anche se la morfologia spagnola aiuta).

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    2. P.S.: fra primo e secondo rigo del secondo paragrafo avevo scritto "che sul sito del Tour ancora non si sono degnati di caricare", mi scuso ma avevo accidentalmente messo la tastiera dell'iPad su Tedesco e l'auto correttore mi ha sballato il pezzetto.

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    3. Resta difficile fare pronostici sul prossimo Tour, che, per la varietà del percorso, e la qualità dei concorrenti mi ricorda quello del 1989, vinto da Lemond su Fignon con appena 8" di vantaggio a Parigi. In ogni caso, la corsa francese, quest'anno, pare prestarsi a colpi di mano ed invenzioni audaci, sempre più estranei al repertorio tattico dei corridori di oggi. A Nibali l'audacia non fa difetto, ma, spesso in carriera, ha attaccato fuori tempo, sprecando energie. Soprattutto nelle classiche, cui alcune tappe di questo Tour somigliano. Anche il Massiccio Centrale può riservare sorprese. Per tornare a Lemond, grande stratega in corsa, nel 1990, recuperò quattro minuti e mezzo sulla maglia gialla Chiappucci, attaccandolo a sorpresa in una tappa vallonata: un'azione che pochi corridori oggi saprebbero anche soltanto immaginare. Tuttavia, ripeto, questo percorso ha difficoltà e varietà tali, da stanare anche i più prudenti fra i ciclisti con ambizione di vittoria finale. Non credo alla vittoria di uno scalatore puro alla Quintana, ma piuttosto alla vittoria di un passista scalatore, dotato di gran fondo e di pari acume tattico.

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    4. Contador dovesse trovarsi indietro sarebbe capace di partire da lontano, nel 2011 con la diciannovesima tappa praticamente identica (si partiva solo 500 metri più avanti sempre a Modane) alla ventesima di quest'anno provò a far saltare il banco avendo quasi 5 minuti da recuperare e fece il forcing subito sul Telegraphe, a lui non riuscì quasi niente perché sull'Alpe d'Huez calò ed arrivò con solo trentina di secondi di vantaggio sul gruppetto dei migliori e fu pure saltato da Rolland e Sanchez però decise il Tour visto che Voeckler in maglia gialla tentò di seguirlo invece di curare Evans (che era l'unico che poteva passarlo il giorno dopo a cronometro) e poi saltò sull'Alpe d'Huez e gli Schleck più o meno fecero il gioco di Evans (che non era il più forte in salita ma nettamente più forte di loro a cronometro) scarrozzandolo fin sull'arrivo pur sapendo che con un minuto solo di vantaggio e 40 km a cronometro il giorno dopo li avrebbe passati.

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    5. Il coraggio a Contador non manca, non c'è dubbio.

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