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lunedì 1 settembre 2014

Di Natale 298 gol in carriera

Doppietta contro la statica difesa dell'Empoli per Di Natale, che si issa a 295 gol in carriera. Segue classifica dei primi dieci goleador italiani in tutte le competizioni aggiornata al 26 ottobre 2014.
*Aggiornamento del 30 settembre 2014: con la doppietta segnata ieri sera contro il Parma, Di Natale è salito a 297 gol in carriera.
*Aggiornamento del 26 ottobre 2014: con il gol segnato all'Atalanta, Di Natale si porta 298 gol in carriera, raggiunto Altobelli, 198 gol in serie A.
*Aggiornamento dell'8 marzo 2015: Di Natale, dopo un lungo digiuno, torna al gol nel successo colto dall'Udinese contro il Torino e sale a 303 gol in carriera. Prosegue il testa a testa con Toni.
*Aggiornamento del 7 aprile 2015: Di Natale in panchina, Toni invece segna una doppietta contro il Cesena e sale a 310 gol in carriera.
  1. Piola 364 gol
  2. Del Piero 345 gol
  3. Meazza 338 gol
  4. Roberto Baggio 318 gol
  5. Inzaghi 316 gol
  6. Totti 312 gol
  7. Toni 310 gol
  8. Di Natale 303 gol
  9. Altobelli 298 gol
  10. Vialli 286 gol

18 commenti:

  1. Incredibile Totò, in questi anni è stato migliore di Totti sotto porta! Secondo te dove può arrivare nella classifica marcatori della Serie A?

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  2. Credo che potrà raggiungere e magari superare Roberto Baggio a quota 205 gol. Debbo anche dire che il livello del campionato italiano negli ultimi anni è scaduto parecchio. Di Natale riesce a fare la differenza ancora, sebbene in campo cammini e non corra, grazie a difese come quella dell'Empoli ieri.

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  3. Il Narratore non ha mai amato Di Natale...e non ho mai capito il motivo...certo il livello del campionato italiano è basso, non ci sono più i Nesta e i Thuram, ma 300 gol sono una cifra impressionante. Forse il Narratore farebbe bene a spendere qualche elogio in meno per il sopravvalutato Lavezzi (descritto come un nuovo Garrincha) e qualche elogio in più per il buon Totò...

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    1. Di Natale è forte, ma i gol a grappoli da lui sono venuti dopo il 2010, con campionato di serie A in caduta libera. Lavezzi è un altro di giocatore, che ha altra caratura internazionale. Di Natale è un campione, sì, ma di provincia.

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  4. Neanch'io lo apprezzo particolarmente, soprattutto perchè mi sembra diverso da come viene dipinto. Si vede spesso in campo che, quando non viene servito come vuole, cioè sui piedi, insulta addirittura i compagni. Detto questo è un ottimo calciatore.

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    1. Diciamo che a Udine fa il bello ed il cattivo tempo, tanto che si è ben guardato dal cimentarsi altrove.

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  5. Che insulti i compagni o li inviti a cena penso non sia fondamentale...ma il gol segnato in coppa italia credo che in pochissimi sarebbero in grado di farlo...certo non sarebbe in grado il buon Lavezzi....

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    1. Lavezzi,con 37 presenze e 4 reti in nazionale, sarebbe giocatore di caratura internazionale? Non mi pare che il Napoli nel cambio con Callejon ci abbia rimesso...Parliamo di un buon giocatore, ma con quelle caratteristiche molto meglio Gervinho che almeno 8-9 gol li segna. Certo all'Inter farebbe comodo e nella mediocre serie A farebbe la sua figura, ma nessun dirigente sano di mente (per fortuna Branca è stato silurato) con l'attuale penuria di risorse spenderebbe 15 milioni di cartellino e 4,5 di ingaggio per un simile giocatore prossimo ai 30 anni. Chi di calcio ne capisce (Sabatini), dovendo prendere un giocatore simile, si è buttato su Iturbe. Pagato 30 milioni, ma classe 93 con ampi margini di miglioramento e un contratto estremamente basso. Questo vuol dire avere ottime possibilità di riuscita dell'investimento e, in futuro, di poter addirittura fare plusvalenze in caso di cessione.

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    2. Non puoi valutare Lavezzi come se fosse una punta. Lavezzi corre come e più di un centrocampista, fa un altro gioco. Anche Boksic segnava pochissimo, forse persino meno di Lavezzi, ma tante volte riusciva immarcabile e le squadre in cui giocava se ne avvantaggiavano eccome. Lavezzi ha giocato un mondiale da protagonista e, nei prossimi due o tre anni, potrebbe ancora spostare gli equilibri.

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  6. La ragionieria applicata al calcio. Una specialità nella quale qualcuno che non ama firmarsi è primatista mondiale e della quale, francamente, non se ne avvertiva la benchè minima mancanza. Ragioneria per ragioneria, va detto che il campionato italiano è a 20 squadre dall'anno 2004, mentre è stato a 16 squadre negli anni 80 e a 18 negli anni 90. Ciò rende fuorvianti certe graduatorie tra attaccanti di epoche diverse. Di Natale, per la cronaca, ha disputato solo campionati a 20 squadre. Detto questo, mi pare di acclarata evidenza che il pur prolifico attaccante napoletano non sia giocatore di levatura internzionale. Nelle rare volte in cui si è trovato a confrontarsi con platee internazionali, i suoi limiti sono emersi in tutta la loro evidenza. Su Lavezzi, sulla capacità dell'attaccante argentino di essere decisivo nel rovesicare le sorti di una gara, mi sono già espresso in passato. Prendo atto solo di ciò: mentre qualcuno che confonde calcio e fantacalcio, che esprime giudizi calcistici esclusivamente previa consultzione di trasnfermark e siti similari, vorrebbe negare la statura internazionale a Lavezzi, lo stesso, da titolare inamovibile dell'Argentina, contende il titolo mondiale alla corazzata teutonica. Tutto questo, mentre Di Natale il Brasile se lo guardava in cartolina...Chapeau...

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  7. Non poteva mancare la solita dissertazione filosofico-legale di Jpp. Come sempre priva di contenuti concreti. Sarà deformazione professionale per entrambi... Di Natale ha giocato prevalentemente in campionati a 20 squadre...non vedo quale sia il problema. Per fare un confronto basta rapportare le reti segnate alle partite disputate e ottenere la media-gol a partita.
    Allora, facendo il ragioniere:
    Piola (i dati sono incerti) : 364 gol in 669 partite. media 0,54
    Del Piero: 345 in 860 partite media 0,40
    Totti: 305 in 778 media: 0,40
    Baggio 318 in 703 media: 0,45
    Inzaghi 316 in in 694 media: 0,45
    Di Natale 295 in 671 media: 0,44
    Quindi i gol di Di Natale non sono certo stati determinati dal numero maggiore di partite giocate rispetto agli altri in classifica.
    Sicuramente Di Natale si è giovato di un livello medio del campionato italiano più basso negli ultimi anni (ma anche Totti e Del Piero che sono più o meno coetanei...). Per onestà andrebbe sottolineato che al di là del numero di partite quello che influenza la classifica è anche il periodo storico. Negli anni 60,70 e 80 il livello del campionato è stato altissimo, ma si giocava un calcio molto più difensivo. Piola e Meazza invece hanno giocato in un periodo pionieristico in cui le difese erano particolarmente allegre ( e lo sono state fino agli anni 50). Comunque la storia del nostro calcio è piena di gente che ha brillato per una sola stagione (Protti, Schillaci, Lucarelli, Amoroso...). La grandezza di un giocatore a mio parere si misura invece nel sapersi confermare ad alti livelli nel corso degli anni. E Di Natale, pur se nella piccola Udinese, lo ha fatto. Si può diventare capocannoniere in un mondiale pur essendo una sega (Schillaci), ma non si segnano 300 gol per caso. Tornando a Lavezzi quello che non accetto è la mancanza di obiettività. Nel calcio ognuno può preferire una tipologia di giocatore. Lavezzi è un ottimo giocatore con caratteristiche particolari. Che abbia fatto un ottimo mondiale però è innegabile, tanto che io stesso non lo avrei sostituito in finale. Ma affermare che sia un giocatore che sposta gli equilibri mi sembra una castroneria. Non li spostava nel Napoli (che infatti lo ha scambiato con Callejon senza perderci nulla, anzi), non li sposta nel Psg (dove infatti non è certo titolare inamovibile) e tantomeno li ha mai spostati in nazionale dove tutto sommato ha recitato da comparsa. Giocatori che spostano gli equilibri sono pochissimi e sono sicuramente altri. Ibrahimovic è uno di questi. Basta vedere cosa ha fatto il Psg in sua assenza e cosa è successo domenica al suo ritorno in campo. Con le caratteristiche di Lavezzi anche in Italia si trova di meglio: Gervinho e, soprattutto, Cuadrado.

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    1. Questo ultimo commento contiene una serie di errori concettuali e di prospettiva. Mi limiterò, ad elencarne alcuni. Le difese degli anni '30 e '40 non erano allegre. Anzi. E si picchiava duramente, più duramente di oggi, più duramente che mai: per gli attaccanti era difficile affacciarsi in area di rigore. Spesso, ma dico sul serio, i terzini tiravano una riga, oltrepassata la quale erano botte da orbi. Boniperti raccontò di un trattamento del genere, tanto per fare un esempio, all'esordio in serie A, nel secondo dopoguerra. Per di più, era più severa la regola del fuorigioco, non erano permesse le sostituzioni, nemmeno degli infortunati. Errore da matita blu. Di Natale ha sì segnato 295 gol e mi pare che i post sui suoi gol in rete non siano molti, eccettuati i miei. Epperò questi gol sono stati segnati anche in categorie inferiori rispetto alla serie A, cosa che, ad esempio, non può dirsi di Totti. I gol si contano, è vero, ma si debbono anche pesare. Errore da matita rossa. Infine, dal 2010, il campionato è diventato via via meno competitivo e Di Natale ha vissuto le stagioni migliori. Io questo ho scritto. E l'ha fatto in provincia, questo ho scritto. Nel tuo commento, sul punto, sorvoli e parli dei coetanei Del Piero e Totti, che, però, le cose migliori, da un punto di vista realizzativo, le hanno fatte prima ed in grandi squadre, sotto il peso di ben altre pressioni. Altro errore da matita rossa. Detto questo, di Lavezzi ognuno può opinare quel che meglio creda. Nel campionato italiano, Lavezzi gli equilibri li spostava eccome. Gervinho e Cuadrado gli somigliano pochissimo tatticamente, il confronto mi pare, perciò, arduo. Quanto, infine, all'obiettività, francamente, non è che abbia scambiato Lavezzi per Maradona. Oggi come oggi, in serie A, uno come lui la differenza riuscirebbe a farla. Qualche anno fa, ho paragonato Lavezzi ad Elkjaer e sono sempre della stessa idea. Il danese, sì, aveva un gioco assimilabile a quello di Lavezzi. Solo più potente il primo, più resistente il secondo.

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    2. Condivido il post del narratore... P.s. Non stavamo certo aspettando la lectio magistrali di anonimo per sapere che ibra sia più forte e decisivo di Lavezzi...

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  8. Ho scritto io stesso che Di Natale è stato agevolato dal decadimento del nostro campionato degli ultimi anni.
    Comunque volendo eliminare le reti segnate nelle serie inferiori, quindi a partire dalla stagione 2002-2003, il suo score è di 242 reti in 418 partite, media di 0,58 gol a parita. La più alta tra tutti i giocatori presenti in classifica.
    Concludo ricordando Di Natale in nazionale ha uno score di 11 gol in 42 partite (non eccezionale), ma Totti e Del Piero non fanno meglio:9 gol in 58 partite il primo, 27 in 91 il secondo. Giustamente poi i gol vanno pesati...allora chiedo: quanto hanno pesato le reti di Totti e Del Piero in azzurro? Mi rispondo da solo: quasi zero.
    Per quanto riguarda il tuo giudizio sul calcio degli anni 30 e 40 invece non sono daccordo. Premesso che nessuno di noi ha avuto modo di vedere partite relative a quegli anni e anche i filmati sono praticamente inesistenti, quello che sappiamo lo dobbiamo alle cronache dell'epoca e alle statistiche conservate. Sicuramente si trattava di un calcio più rude, ma questo non vuol dire che si curasse bene la fase difensiva. Poi In genere si ha sempre la tendenza ad esaltare il passato. Visto che il narratore è un amante delle statistiche, lo invito a rivedere le statistiche relative ai capocannonieri della serie A tra il 29/30 e 39/40. La media gol è altissima. Non posso affermare se ciò è legato alla presenza di fuoriclasse assoluti oppure ad un calcio poco attento alla fase difensiva o alla presenza di compagini molto deboli in campionato (un pò quello che avviene oggi in Spagna dove Real e Barca spesso passeggiano e Ronaldo e Messi viaggiano alla media di un gol a partita). Mi limito a riportare i dati e ognuno tragga sue conclusioni.

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    1. Il calcio italiano degli anni '30 era il faro dei tempi, nonostante l'albagia degli inglesi. Due titoli mondiali, due coppe dell'Europa centrale, le olimpiadi di Berlino nel 1936 e Meazza, il miglior giocatore del mondo di quei tempi. La Serie A di allora era lo specchio di questo primato. Non mi pare che i 20 gol che valsero a Meazza il titolo di capocannoniere, il terzo per lui, nel 1938, fossero poi tanti. Di Natale, come centravanti, ha parecchi limiti. Segna tantissimo con l'Udinese, perché la squadra gioca tutta per lui e non si pone grandi obiettivi, non soltanto per i suoi mezzi tecnici, che pure sono notevoli. Del Piero, del quale non sono un sostenitore, ha una carriera di ben altro calibro, anche in azzurro, dove pure spesso ha giocato per grazia ricevuta. Totti, invece, ha segnato due gol agli europei del 2000, oltre al rigore a cucchiaio in semifinale contro l'Olanda. Rigore, che Di Natale, tanto per dire, sbagliò agli europei del 2008 contro la Spagna. La tendenza ad esaltare il passato, poi, non è meno insidiosa di quella ad ingigantire il presente quando non il futuro: trattasi della mirabolante illusione delle "umane sorti e progressive", cui irrideva Leopardi nella poesia La ginestra, anno 1838. I grandi giocatori se ne fregano delle epoche. E mi spiego con un esempio. Tanti soloni della critica dicono che negli anni '80 si camminava: sciocchezza. Tardelli correva più di Gattuso ed aveva piedi più educati. Ebbene, Bergomi che nel 1982 impressionava contro Brasile, Polonia e Germania Ovest, fu ancora protagonista, 16 anni dopo, a sentire i critici un'era sportiva dopo, ai mondiali di Francia '98. Maldini, che marcava Michel agli europei del 1988, era ancora un colosso della difesa nel 2007. Eppure, tutti sostengono che il calcio degli anni '80 era molto diverso da quello degli anni '90 e 2000. Il campione di questa diversità se ne frega. Se tornasse oggi, Meazza, sarebbe il miglior attaccante del campionato.

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  9. Il più completo è Del Piero che ha segnato tanto in Europa e con la Nazionale, e ha vinto tutto perché i suoi gol si sono dimostrati decisivi. Obiettivamente Del Piero è il miglior giocatore italiano di sempre. la Juve è stata un peso per lui (allenatori che lo disprezzavano, panchine ingiuste, società ostiche, ecc), mentre per gli altri tutto girava più facilmente.

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    1. Davanti a Del Piero, per me ci sono, Meazza, Roberto Baggio e Totti, tra quelli di questa speciale classifica. Con tutte le difficoltà di confronti di questo genere.

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